Ci restano gli occhi pieni di malinconia e il ricordo dell’italia paesana e croccante degli anni ’80 descritta nelle sue canzoni. Toto Cutugno è andato via lasciandoci le sue canzoni e le sue poesie. “L’Italiano”, seconda al Festival di Sanremo del 1983, insieme a “O sole mio” e “Nel blu dipinto di blu” divenne un marchio di fabbrica della canzone italiana all’estero. Eterno secondo ai Festival di Sanremo partecipò a ben 15 edizioni ma vinse una sola volta con “Solo Noi”, era il 1980.
Scrisse per molti (Da Fausto Leali, Peppino di Capri, I RIcchi e Poveri, A Franco Califano, Adriano Celentano, Fiordaliso) e molti scrissero per lui (da Cristiano Minellono a Vito Pallavicini). Era nato il 7 luglio 1943 a Fosdinovo in provincia di Massa Carrara ma crebbe a La Spezia, con oltre 100 milioni di copie vendute, si stima sia tra gli artisti musicali italiani di maggior successo. Ha raggiunto la vetta delle classifiche, sia come interprete dei propri brani, sia come produttore e autore di canzoni per altri, in particolare per Adriano Celentano, negli anni settanta e ottanta.
Cominciò la sua carriera nella prima metà degli anni sessanta con Toto & i Rockers. Dopo questa esperienza forma gli Albatros, in cui oltre a suonare comincia a cantare con cui partecipa al Festival di Sanremo nel 1976; nello stesso anno comincia la carriera da solista arrivando al nel 1977, con il brano Donna donna mia.
Nel 1990 ha vinto l’Eurovision Song Contest con il brano Insieme: 1992, secondo dei tre artisti italiani di sempre a riuscirci, dopo Gigliola Cinquetti nel 1964 e prima dei Måneskin nel 2021.
Oltre all’attività di cantante e autore, Toto Cutugno fu anche un bravissimo presentatore, di lui si ricordano le conduzioni di “Domenica IN” nel 1987 e di due edizioni di “Piacere Raiuno”.
Era ricoverato in ospedale a Milano.
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