I microfoni di Radio 104 Savona Sound e le telecamere di 104 tv hanno raggiunto Dori Ghezzi a Ottobre De Andrè, manifestazione di successo che da anni porta avanti il ricordo di Fabrizio De Andrè ad Albenga grazie ai Fieui di Caruggi e a Gino Rapa. Abbiamo intervistato Dori proprio durante le prove della serata finale che si è tenuta al Teatro Ambra di Albenga sabato 26 ottobre.
Dori ha trascorso buona parte della sua vita accanto a uno dei più grandi cantanti e poeti italiani e dal 1990 ha smesso di cantare.
Sono tanti i fans che la vorrebbero di nuovo sul palco (nel 1976 in coppia con Wess si aggiudicò il secondo posto al Festival di Sanremo con Come stai, con chi sei?) ma simpaticamente ci confessa che per nulla al mondo tornerebbe a cantare e che oggigiorno produrre i dischi è una vera follia.
Oggi si occupa del patrimonio artistico del marito e gestisce la Fondazione De Andrè, che è stata creata con lo scopo di diffondere le opere, il pensiero e la storia della vita dell’artista, promuovendo la produzione di libri, film e album.
“Dori, possiamo affermare che Faber sia antesignano della trap? Del resto Tedua, The André e lo stesso Fedez citano spesso Fabrizio De Andrè e ne riportano versi nei loro brani. Fedez canta al figlio Leone alcuni brani di De André….come te lo spieghi?”
“Fabrizio ha anticipato i contenuti che sono oggi tipici dei rapper e dei trapper. E’ sempre stato avanti non solo nei contenuti ma anche a livello di sperimentazione musicale: ogni album è sempre stato diverso dall’altro. Pensa che quando Fabrizio volle fare l’album in dialetto genovese, il discografico disse che con ogni probabilità quel lavoro non avrebbe venduto neanche a Genova, invece fu un successo, uno degli album più venduti soprattutto all’estero”.
A vent’anni esatti dalla morte di Fabrizio De Andrè , le nuove generazioni continuano a scaricare e acquistare i suoi album, a creare gruppi cover sulla sua musica e a parlare di lui.
“Fabrizio è stato davvero il primo cantautore di rottura, per questo i giovani d’oggi lo considerano un punto di riferimento. Faber è stato anche il primo ad aver inserito nelle sua canzoni dei termini che alcuni definivano “volgari” ma che facevano e fanno parte del linguaggio comune”.
Tra gli innumerevoli meriti che possiamo dare alla poetica di De Andrè, c’è sicuramente anche il fatto che sia sempre riuscito a rendere poesia anche la volgarità.
L’intervista completa a Dori Ghezzi la potete trovare sulla pagina official di Radio 104 Savona Sound e su 104 Tv.

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