Benigni-Mattarella, l’uno correlato all’altro. Comincia così la 73° edizione del Festival di Sanremo: la Costituzione, i suoi valori e la libertà che ci garantisce. Una lectio magistralis tenuta dal celebre artista toscano davanti al presidente della Repubblica presente per la prima volta a un Festival della Canzone italiana. Come sempre Benigni incanta: diverte, commuove, fa riflettere e ironizza: “Sono felice che lei sia qui, presidente, ma le faccio notare una cosa: lei è al secondo mandato, Amadeus al quarto e ha già prenotato il quinto, pensa di fare il sesto, il settimo. Mi chiedo: è costituzionale? Presidente bisogna fermarlo, è un colpo di stato, si è montato la testa, vuole pieni poteri, sta organizzando la marcia su Sanremo si vuole prendere tutto, è una dittatura”. E’ una partenza atipica, forte, intensa e solenne che vuole celebrare il 75° anniversario della Costituzione nel giorno contro il bullismo e cyberbullismo. L’inno di Mameli cantato da Gianni Morandi e la presenza del Presidente tra il pubblico sono stati visti da 80 milioni di telespettatori in tutto il mondo.
Benigni celebra l’art.21, la pietra miliare della Costituzione, sulla libertà di espressione e lo contrappone a quei paesi dove: “è proibito togliersi il velo, persino ballare”. Commuove quando dice: “Viviamo in un Paese che può essere giusto e bello, ci fa sognare una realtà diversa da quella che abbiamo davanti agli occhi, un mondo senza violenza”. Un testo che, se dovessimo paragonare a una canzone, potrebbe essere accostata solo “all’incipit di ‘Volare’, quando dice ‘penso che un sogno cosi’ non ritorni mai più…”,.
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