È morto Ivan Reitman, il regista statunitense noto per aver portato sullo schermo gli Acchiappafantasmi con i primi due capitoli cult della saga, Ghostbusters e Ghostbusters II, usciti rispettivamente nel 1984 e nel 1989. Aveva 75 anni.
È stato il figlio Jason, anche lui regista (Juno, Tra le nuvole) e autore dell’ultimo capitolo della saga “di famiglia” uscito lo scorso anno, a dare l’annuncio: «La nostra famiglia piange la perdita inaspettata di un marito, un padre e un nonno che ci ha sempre insegnato a cercare la magia nella vita», dice la nota firmata da Jason, Catherine e Caroline Reitman. «Ci consola sapere che il suo lavoro di regista ha portato gioia e risate in tantissimi luoghi del mondo. Mentre affrontiamo questo lutto così personale, speriamo che tutti quelli che l’hanno conosciuto attraverso i film lo ricorderanno per sempre».
Nato nell’allora Cecoslovacchia e cresciuto in Canada, Reitman si fa le ossa in “palestre” comiche come la serie National Lampoon e il Saturday Night Live. Il primo film di successo è Polpette (1979), con cui lancia l’amico Bill Murray. Le sue commedie fanno il boom al box office anni ’80 e ’90. Dopo Stripes – Un plotone di svitati (1981), sempre con Murray, arriva Ghostbusters, seguìto poi da successi come I gemelli (1988), Ghostbusters II (1989), Un poliziotto alle elementari (1990), Dave – Presidente per un giorno (1993) e Junior (1994).
Dai primi anni ’90 Reitman iniziò però a diradare l’attività da regista per tornare al primo amore, quello della produzione. E in quella veste firmò altri blockbuster come “Beethoven” e “Space Jam“. Ma il legame con il brand degli Acchiappafantasmi è rimasto per lui indissolubile. E così prima nel 2016 produsse il reboot poco fortunato diretto da Paul Feig e poi l’anno scorso il molto più apprezzato “Ghostbusters: Legacy”, la cui regia rimase un affare di famiglia venendo affidata al figlio Jason.
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