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Il cinema dice addio a Bo Hopkins: da Il Mucchio Selvaggio a American Graffiti una carriera di successi

E’ morto l’attore americano Bo Hopkins, aveva 84 anni. Trascorse un’adolescenza turbolenta che lo portò a vivere l’esperienza del riformatorio e ad arruolarsi appena sedicenne. Inviato a combattere in Vietnam, al suo ritorno dal fronte entrò all’Actors Studio per studiare recitazione e iniziò ad apparire sul piccolo schermo in popolari telefilm western quali GunsmokeIl virginiano e Bonanza. Dopo l’esordio cinematografico nel film I diavoli di Dayton (1968), ottenne una parte di rilievo nel western Il mucchio selvaggio (1969) di Sam Peckinpah, successivamente si affermò con una lunga serie di personaggi di “duro” e irrequieto uomo di strada, nei quali trasferì le sue esperienze di gioventù.

L’affermazione definitiva giunse con il film American Graffiti (1973) di George Lucas e, soprattutto, con l’interpretazione dell’assassino psicopatico in Killer Elite (1975), sempre per la regia di Peckinpah, personaggio che seppe accattivarsi le simpatie degli spettatori.  Tra le successive interpretazioni di Hopkins, da ricordare quelle nel western I giustizieri del West (1975), diretto da Kirk Douglas, e in Fuga di mezzanotte (1978) di Alan Parker.

Negli anni 80 fu nel cast del serial tv Dynasty. Apparve poi in due episodi del telefilm La signora in giallo; in seguito fu nuovamente attivo nel cinema, dove ebbe modo di brillare in U Turn – Inversione di marcia (1997) di Oliver Stone e, negli ultimi tempi, in Elegia americana (2020) di Ron Howard.

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